Domande frequenti


Cosa si intende con il termine PROS?

L’acronimo PROS sta per “spettro di accrescimenti PIK3CA-correlati” ed è il termine ombrello usato per definire alcune sindromi e condizioni causate da mutazioni del gene PIK3CA e caratterizzate da un iperaccrescimento corporeo asimmetrico (cioè solo in alcune parti del corpo). Quando una mutazione nel gene PIK3CA non causa iperaccrescimento, si parla invece di “malformazioni vascolari PIK3CA-correlate” o di “lesioni non vascolari PIK3CA-correlate”, a seconda dei segni e sintomi. Il termine più generale che comprende tutti i casi è “condizioni PIK3CA-correlate”.

Perché sui miei referti/su quelli di mio figlio c’è scritto “sindrome di Klippel-Trenaunay” e non “PROS” o “condizione PIK3CA-correlata” anche se ha una mutazione del gene PIK3CA?

Le mutazioni di PIK3CA possono determinare quadri clinici anche molto diversi, a seconda della specifica mutazione presente e del momento e della sede in cui si è verificata nella prima cellula. Prima che venisse identificata la causa genetica delle condizioni PIK3CA-correlate (nel 2012), la diagnosi avveniva sulla base dei segni e sintomi di una persona (quadro clinico). Questi quadri clinici venivano descritti con nomi diversi: ad es. CLOVES, Klippel-Trenaunay, macrodattilia, MCAP. Il tuo medico/il medico di tuo figlio potrebbe quindi adottare ancora le vecchie definizioni oppure scrivere “condizione PIK3CA-correlata”, aggiungendo una descrizione dei segni e sintomi.

Se è presente una mutazione genetica, è stata ereditata e può essere trasmessa ai figli?

Le condizioni PIK3CA-correlate sono malattie genetiche rare, ma non sono in genere ereditate né trasmesse ai figli. Questo perché la mutazione non riguarda tutte le cellule e in genere non è presente nelle cellule riproduttive. Si parla infatti di “mosaicismo” perché come in un mosaico non tutte le cellule sono uguali. Alcune hanno la mutazione, altre no.

Quali sono i medici che se ne occupano? A chi posso rivolgermi per avere una diagnosi?

La presa in carico delle condizioni PIK3CA-correlate deve essere multidisciplinare e possibilmente presso un centro con esperienza. Sul nostro sito trovi un elenco di centri esperti nella presa in carico e un elenco di centri con esperienza nel trattamento chirurgico della macrodattilia.

Come si effettua la diagnosi? Si può avere una di queste malattie rare senza saperlo?

Una prima diagnosi si effettua sulla base del quadro clinico (segni e sintomi). ll segno più caratteristico è l’accrescimento eccessivo asimmetrico di una o più parti del corpo. Di solito a formulare un sospetto diagnostico è un dermatologo (per la presenza di una malformazione vascolare) o un ortopedico (per la presenza di una eterometria degli arti o di una macrodattilia), ma può essere anche un neurologo, a seguito dell’identificazione di anomalie cerebrali e/o di sintomi neurologici.

La conferma diagnostica può essere invece ottenuta con un test genetico richiesto da un genetista ed effettuato su un campione di tessuto con l’iperaccrescimento e/o con la malformazione vascolare (meglio se ottenuto durante un intervento chirurgico; in alternativa con una biopsia). Infatti, poiché la mutazione non è presente in tutte le cellule, potrebbe non essere trovata nel sangue o nella saliva. Il test genetico è importante per avere un completamento diagnostico ma anche per poter eventualmente accedere a terapie farmacologiche mirate (per ora solo sperimentali o in commercio ma per altre indicazioni).

Come sarà la mia vita/la vita di mio figlio?

Le condizioni PIK3CA-correlate sono un gruppo di malattie molto eterogeneo, quindi ogni persona è diversa. In alcuni casi l’iperaccrescimento e i sintomi non sono tali da impedire le attività della vita quotidiana (scuola, lavoro, sport e tempo libero) mentre in altri casi ci sono limitazioni più o meno importanti.

Inoltre, poiché si tratta di condizioni identificate piuttosto di recente, la loro storia naturale (cioè l’evoluzione nel tempo dei segni e dei sintomi) non è ancora conosciuta a fondo. E’ proprio per questo motivo che l’Associazione ha promosso la creazione di un Registro sulle condizioni PIK3CA-correlate, che potrà – si spera – fornire alcune risposte.

Se entrerai in Associazione potrai confrontarti con altre persone che hanno già affrontato o stanno affrontando le tue stesse sfide o difficoltà e sentirti meno solo.

Sono malattie pericolose per la vita?

Nella maggior parte dei casi, le condizioni PIK3CA-correlate non sono pericolose per la vita. Tuttavia, in alcuni pazienti possono essere presenti segni e sintomi che vanno monitorati con attenzione (quali le infezioni, i disturbi della coagulazione o l’ostruzione delle vie aeree), per evitare che possano costituire un pericolo.

Ci sono cure riconosciute? Si può guarire completamente?

Non esiste per ora una cura per le condizioni PIK3CA-correlate ma ci sono trattamenti chirurgici o di altro tipo per cercare di attenuare i sintomi e migliorare la qualità della vita. Per i casi più gravi è possibile accedere a terapie farmacologiche sperimentali o compassionevoli, riposizionate da altre aree terapeutiche. Si tratta di medicinali, originariamente impiegati in altre aree terapeutiche, che agiscono sulla stessa via cellulare che non funziona correttamente, come ad esempio il sirolimus (un medicinale originariamente impiegato come immunosoppressore per aiutare a prevenire il rigetto d’organo) o l’alpelisib (una terapia antitumorale mirata).

Per alcune di queste terapie è necessario che sia stata dimostrata la presenza di una mutazione del gene PIK3CA.

Se la mutazione è uguale a quella che si trova in alcuni tumori e si utilizzano le stesse terapie usate nei tumori, c’è un rischio più alto di sviluppare un tumore?

Anche se la mutazione è simile, la crescita eccessiva che caratterizza le condizioni PIK3CA-correlate è diversa da quella che si ha nei tumori. Le cellule infatti non proliferano in modo incontrollato come nei tumori, ma vanno incontro a un processo chiamato “senescenza”, che a un certo punto ne blocca la crescita.

Anche se sono noti rari casi di tumori in pazienti con condizioni PIK3CA-correlate (con quadri CLOVES, MCAP o Klippel-Trenaunay), quali il tumore di Wilms, non sono tuttavia al momento disponibili dati sistematici sufficienti per determinare se esista una vera associazione tra condizioni PIK3CA-correlate e lo sviluppo di questi tumori o se i casi riportati non rappresentino piuttosto rare concomitanze casuali. La frequenza (1,4-3,3%) è così bassa che nella comunità scientifica non vi è consenso sulla necessità di una sorveglianza (screening) di questi tumori.

Cosa significa “sperimentale”? Cosa significa “compassionevole?” Che cos’è invece l’uso “off-label“?

Un medicinale si dice sperimentale quando non è ancora in commercio ma è in corso di studio. Le sperimentazioni cliniche sono l’unico modo finora provato di stabilire se un trattamento è efficace, se è da preferire a un altro e quali siano i suoi eventuali effetti indesiderati (sicurezza). Per partecipare a una sperimentazione clinica è necessario che vengano soddisfatti tutti i criteri di inclusione e che non sia presente neppure un criterio di esclusione. Inoltre, un paziente può essere incluso solo dopo che gli/le sono state fornite informazioni chiare ed esaustive sulla sperimentazione, sui possibili rischi e benefici e dopo che ha aderito consapevolmente alla partecipazione (consenso informato).

Il cosiddetto “uso compassionevole” (D.M. 7 settembre 2017) è la possibilità di utilizzare un medicinale sottoposto a sperimentazione clinica, al di fuori della sperimentazione stessa, in pazienti affetti da malattie gravi o rare o che si trovino in pericolo di vita, quando, a giudizio del medico, non vi siano ulteriori valide alternative terapeutiche, o nel caso in cui il paziente non possa essere incluso in una sperimentazione clinica o, ai fini della continuità terapeutica, per pazienti già trattati con beneficio clinico nell’ambito di una sperimentazione clinica almeno di fase II conclusa (per le malattie rare possono essere disponibili anche solo i risultati di studi clinici sperimentali di fase I che ne abbiano documentato l’attività e la sicurezza). L’accesso al medicinale sperimentale, sotto la responsabilità del medico, prevede un parere favorevole da parte del Comitato Etico a cui afferisce il centro clinico che presenta la richiesta, previa conferma della disponibilità alla fornitura del medicinale da parte dell’azienda farmaceutica produttrice del medicinale.

In entrambi i casi la terapia viene fornita gratuitamente dall’azienda produttrice.

Esiste poi una terza possibilità, e cioè che il medico decida di somministrare un medicinale già in commercio per un’indicazione non prevista nel foglio illustrativo. Anche in questo caso il medico si assume la responsabilità della prescrizione, che deve sempre e comunque riguardare pazienti con situazioni gravi e senza altre alternative terapeutiche. Questa modalità di prescrizione si chiama “off-label“, che letteralmente significa proprio “al di fuori di quanto stabilito nell’etichetta”. In questo caso il costo del trattamento è generalmente sostenuto dalla struttura sanitaria prescrittrice.

Quanto dura il trattamento?

Non si può dire con precisione quanto durerà il trattamento. Quello che è sicuro è che si tratta di terapie a lungo termine. La durata dipende sicuramente dall’efficacia del trattamento ma anche dall’eventuale comparsa di effetti indesiderati.

C’è la possibilità di ottenere l’invalidità?

Nella sezione “Diritti e dintorni” e nel documento “Indicazioni per la gestione delle persone con condizioni PIK3CA-correlate” puoi trovare tutte le informazioni sui tuoi diritti/quelli di tuo figlio, comprese le istruzioni per richiedere l’invalidità civile. Tieni presente che per i casi con gravità intermedia potrebbe essere più difficile vedere riconosciuti questi diritti, perché le commissioni mediche non conoscono queste condizioni rare e cosa possono comportare. Per questo motivo è molto importante poter avere dal proprio centro di riferimento un referto riassuntivo che spieghi bene quali problematiche funzionali derivano dalla malattia e farsi assistere da un patronato nella predisposizione della documentazione e/o di un eventuale appello. Per avere un consiglio iniziale puoi scrivere alla nostra referente diritti: diritti@associazione-nazionale-macrodattilia.org